NOTA



Alla voce «romanzo» de «Il Dizionario della lingua italiana» di G. Devoto trovo così definito il romanzo storico: contesto di elementi d'invenzione.

La rizzagliata, almeno nelle mie intenzioni, vuole essere un romanzo storico, anche se di storia più che contemporanea, attuale.

Allora, quali sono in esso gli elementi storici e quali quelli d'invenzione?

Dirò subito che l'elemento storico è un fatto di cronaca che molti lettori certamente ricorderanno come il delitto di Garlasco, del quale forse troppo ampiamente si sono interessati giornali e televisioni, queste ultime addirittura con «speciali», tavole rotonde, dibattiti, ecc. Al fidanzato di una ragazza assassinata nella propria abitazione, nella realtà da poco laureata, dopo lunghi interrogatori viene inviato un avviso di garanzia, tramutato ben presto in un provvedimento di fermo che però il giudice per le indagini preliminari non convalida. Il fidanzato, però, continua a essere indagato.

Quando ho finito di scrivere il mio romanzo, la situazione stava a questo punto. Ecco: questo è l'elemento storico, il tema di partenza.

Quali sono invece gli elementi d'invenzione? La risposta è semplice: tutto il resto. Dirò subito infatti che non ho mai messo piede in una qualsiasi redazione giornalistica della Rai, né regionale né nazionale, se non in qualità d'intervistato, e quindi non ho mai saputo come funzioni una redazione al suo interno. E, d'altra parte, non ho voluto nemmeno informarmi. Così come non ho mai assistito a una riunione dell'Assemblea regionale e quindi non so come la stessa Assemblea sia articolata, di quanti deputati si componga, se abbia un Segretario generale, com'è fatta la sala che la ospita. Nada de nada. E ancora: totalmente estraneo mi è l'ambiente bancario, non so come funzioni una piccola agenzia, figurarsi se ho la minima idea di come si svolga un consiglio d'amministrazione in una banca importante. La stessa crassa ignoranza ce l'ho per quanto riguarda compiti e funzioni degli uffici giudiziari dei vari pm, gip, gup: di essi so solo quello che scrivono i giornali.

Penso perciò che, tra tutti quelli che se ne intendono delle cose che ho sopra dette, molti dovranno rilevare evidenti incongruenze rispetto alla realtà e ne sorrideranno. Meglio così.

Tutto frutto della mia fantasia, dunque.

I nomi e i cognomi dei personaggi, le cariche che rivestono, le situazioni nelle quali essi si vengono a trovare, le loro azioni, i loro comportamenti, i loro pensieri sono frutto di una pura e semplice invenzione che non vuole avere nessun rapporto con persone realmente esistenti.

Questo ci tengo a dichiararlo e a ribadirlo.